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BCC
14/10/2020
L’incubatore di RivieraBanca per le start-up di giovani e donne

Quando si parla di innovazione, il rischio è quello di essere poco realisti. 

Spesso, infatti, si pensa che una buona idea basti a fare un business e che il semplice fatto di realizzare qualcosa di diverso sia sufficiente a creare un’impresa di successo. 

Nonostante i buoni propositi, però, la realtà dice il contrario ed evidenzia il ruolo chiave ricoperto da quei soggetti che mettono a disposizione degli aspiranti imprenditori competenze, conoscenza delle normative e visione d’insieme. Una condivisione che come sa bene il Terzo settore, crea prospettive economiche reali e, quindi, valore.

È il caso di RivieraBanca che da tempo sta promuovendo attività di sostegno alle start-up con l’obiettivo di smentire il declino dell’imprenditorialità degli under 35 e delle donne fotografato della Camera di Commercio negli ultimi anni. 

RivieraBanca opera come un incubatore affiancando imprenditrici e imprenditori in tutte le fasi della nascita e della gestione di un business innovativo. Cura la redazione dell’atto costitutivo, dello statuto e del business plan, facilita una gestione funzionale alla crescita sostenibile e aiuta a sviluppare innovazione tecnologica e inclusione lavorativa. Due aspetti, questi ultimi, che creano nuove opportunità per i giovani e per le donne.

Il supporto non si limita solo alle idee innovative ma anche alle aziende tradizionali che potrebbero beneficiare dell’approccio dell’open innovation. Come nel caso di alberghi o ristoranti, che possono trovare nuove opportunità commerciali differenziandosi dalla concorrenza. 

Un caso di successo, reso possibile con il contributo di RivieraBanca, è Spice29. Nata dalla creatività della chef pluripremiata Valentina Amati e dal grafico pubblicitario Stefano Bianconi, Spice29 ha sviluppato l’idea di fornire una serie di prodotti e servizi che hanno come oggetto il cibo. La carta vincente è stata intercettare nuovi bisogni come ad esempio la necessità di consumare alimenti con basso indice glicemico o piatti nutrizionalmente completi, studiati per chi lavora e in pausa pranzo vuole restare leggeri e assumere i corretti macronutrienti. 

Una cura del prodotto che ad esempio tocca anche i metodi di cottura e che ben si concilia a proposte alternative e creative nei ristoranti. Una flessibilità che consente a Spice29 uno sviluppo e una crescita modulari. 
Altro aspetto innovativo: il 90% dei dipendenti e dei collaboratori di Spice29 sono donne. Mamme giovani che lavorano insieme a donne che per la loro “maturità” anagrafica non sarebbero “appetibili” per il mercato del lavoro. Una stortura che per le realtà imprenditoriali più illuminate non rappresenta un freno, ma un valore.